Nel post precedente abbiamo introdotto
l'argomento dello scambio dei semi e dell’autoproduzione delle piantine.
Premesso che non è possibile ottenere “artigianalmente” piantine di qualità di
tutte le specie, questo tuttavia non ci impedisce di sperimentare e divertirci.
L’autoproduzione di piantine acquista una grande
importanza se si parte da semi di varietà antiche, rare e dimenticate.
Oggi si fa un gran parlare di perdita di biodiversità di
piante ed animali che rischiano l'estinzione. Si finisce sempre col pensare a
piante ed animali esotici e lontani da noi, invece ogni giorno scompaiono
specie e razze animali, specie vegetali, varietà e cultivar che hanno
accompagnato le comunità agricole fino a pochi decenni fa.
Noi con i nostri orti possiamo diventare custodi di questi
tesori, inoltre esistono diverse associazioni nazionali ed internazionali e
anche manuali su come produrre correttamente le proprie sementi.
Molti di noi hanno il ricordo dei “cartocci” e dei vasetti
di vetro in cui i nostri nonni e bisnonni conservavano le loro sementi un anno
per l'altro. Molti emigranti sono partiti con il loro fagotto di sementi.
Alcune varietà si sono salvate e sono ritornate in Italia proprio grazie a
loro.
Oltre alla grande importanza di diventare custodi di queste
ricchezze in pericolo, si possono anche coltivare vere e proprie curiosità
botaniche di cui vi faccio solo alcuni esempi: melanzana verde e melanzana
rossa, patata viola, carota gialla e tante altre.
Spero che questo post stimoli l'interesse per le antiche
varietà e spinga chi ancora può ad intervistare i propri nonni, gli anziani
vicini di casa o anche solo a navigare alla ricerca delle tante storie di semi
che si possono trovare.
(Il carciofo violetto di San Luca, un'antica varietà di carciofo tipica delle colline bolognesi,
ormai quasi scomparsa)
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